Raffermo, piegato in due
come una tenda d'ospedale.
Sui letti vicini - a bassa voce -
si parla di botteghe e istruzione,
quasi un separè potesse sigillare qui il dolore.
Vedo la sofferenza del respiro,
e mi sembra innaturale.
E non mi parlate di boccate d'aria, fuori piove...
La natura, la stessa che imprigiona
la vita in un involucro,
scatena un temporale.
Ci avviciniamo ad una pallida meta:
consolazione fredda e magra
si muove nel vuoto sopra le lenzuola.
Il nonno non mi aiuta...
eppur io e lui sappiamo
queste pause improvvisate,
piccole avvisaglie della missione,
compiuta.
2 commenti:
certo che vedere tutti i giorni in faccia la sottile linea che separa la vita dalla morte non deve essre facile... uno potrebbe pensare che ci si fa l'abitudine ma io non cicredo, soprattutto quandonoi stessi o i nostri cari si avvicinano a quella linea...
Non è facile... addirittura forse è peggio vedere, e tracciare, la linea - ancora più sottile - che separa la salute dalla 'malattia'. La cosiddetta 'diagnosi' che talvolta crea solamente qualche grattacapo, altre volte ti segna per la vita, altre ancora è una condanna a morte.
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