Vent'anni fa moriva suicida Primo Levi... autore di "Se questo è un uomo", autore che può passare facilmente nel tritacarne della scuola italiana, magari anche senza lasciare traccia se non dettata da una certa emotività... A prescindere, tutti dovrebbero (ri)prendersi in mano il suo romanzo... le sue parole sono oggi più che mai attuali, proprio perchè il dolore estremo che Primo Levi ha incontrato, non muore mai...
i genocidi si susseguono, più o meno insabbiati...
Ecco alcuni passi significativi:
"Immaginate un uomo a cui insieme con le persone amate, vengano tolti la sua casa, le sue abitudini, i suoi abiti, tutto infine, letteralmente tutto quanto possiede: sarà un uomo vuoto, ridotto a sofferenza e bisogno, dimentico di dignità e discernimento, poiché accade facilmente, a chi ha perso tutto di perdere se stesso
"
"Siamo schiavi, privi di ogni diritto, esposti ad ogni offesa, votati a morte quasi certa, ma una facoltà ci è rimasta, e dobbiamo difenderla con ogni vigore perché è l'ultima: la facoltà di negare il proprio consenso"...
E infine la poesia che funge da incipit al libro...
"Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi."
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