9.10.06

Nux Vomica - The Veils

Insisto, ma continuo a parlare bene dei Veils (in attesa di vederli dal vivo), e continuo facendo una recensione più dettagliata del loro secondo CD "nux vomica", proprio bello. Il discorso è mio parere che Finn Andrews e soci (in realtà lui da solo ha rifondato praticamente il gruppo, e scrive il 95% di parole e musica) hanno trovato la quadratura del cerchio e quella sorta di magico equilibrio tra rock e pop malinconico, tra preziosismi e orecchiabilità, tra chitarra e pianoforte, tra dannazione e fragilità emotiva. Ascoltare per credere l'apertura sguaiata con il pezzo "Not Yet", e quindi i due gioielli pop "Calliope" e "Advice for young mothers", per poi piombare nelle cupe e trascinanti sonorità di "Jesus for the Jugular" e "Pan", in cui la maledizione emerge, in sonorità vicine al migliore Nick Cave. "Birthday present" si ripropone su binari più accattivanti, sebbene le ombre siano sempre dietro l'angolo, espresse anche da testi sempre pervasi da una sottile angoscia. Chi vuole ascoltare il capolavoro, parta dalla canzone numero 7: "under the falling branches", il brano più visionario e d'atmosfera, con arrangiamento di archi devastante, alla "Lavinia", per chi ha ascoltato il loro cd di debutto. La lezione di Nick Cave ritorna in tutto il suo splendore e la sua compiutezza in "Nux vomica", ottavo brano che più che altro è una preghiera disperata e visionaria, che si snoda in 5 minuti e mezzo di squarci rock e disillusione. "One night on earth" ci riporta su sonorità vagamente alla Cure, mentre l'ultima canzone "House where we all live" è un altra ballata da pelle d'oca...
Insomma un cd in cui onestamente fatico a trovare cedimenti. Per chi non aveva sottovalutato i Veils, dopo la prima uscita, ecco il giusto riconoscimento. Chissà se anche su larga scala faranno il "salto di qualità"...

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