
Premetto che tra le varie versioni di Nick Cave preferisco quella meditativa e malinconica (the Boatman's call è il cd ASSOLUTO), mentre storco un po' il nasino davanti alle cavalcate, pur trascinanti, tipo "The mercy Seat" che lo hanno reso ugualmente celebre. Poi, quando ci si mette, l'uomo australiano ormai 50enne, sa veramente spiazzare e rendersi relativamente inascoltabile. Ha buttato via il pianoforte, ha imbracciato la chitarra, distorta a più riprese in maniera improponibile, ed ha piazzato giù una manciata di canzoni ruvide e scorrette (come per esempio "get it on" e "no pussy blues" che aprono il disco)... Aiutato da 3 suoi fedelissimi "semi cattivi" biascica, sussurra, urla e ronza addirittura (nel ritornello di "Honeybee"!!!) - sempre con la sua voce inconfondibile. Certo canta anche, e bene, e rispolvera le sue proverbiali ballate, pur dovendo aspettare "Depth charge ethel" la quinta canzone per trovarla... che ahimè tralaltro sfocia nel già sentito (nella mia insipienza il giro di accordi mi ricorda "Nobody's baby, now"...). Anche "man in the moon" e "go tell the women" proseguono su questa falsariga. Per il resto è tutto maledetto e cattivo, sporco e registrato in presa diretta... e si percepisce direi.
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